Twitter: ovvero come ti smonto con una battuta

imagesEra il 2007 quando dalle colonne del Sole 24 Ore Luca Conti raccontava agli italiani cos’era Twitter. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Da social network di nicchia a fenomeno di massa, con 4 milioni e mezzo di utenti attivi in Italia, Twitter ha vissuto negli ultimi anni un vero e proprio boom.

Nel giornalismo si è rivelato uno strumento indispensabile. Da una parte permettendo ai lettori di raggiungere in ogni momento qualsiasi editorialista e ai giornalisti di avere un filo diretto con i propri lettori. Dall’altra ai giornali di organizzare in modo ragionato i link creando un “giornale” ritagliato sugli interessi dei lettori.
In politica Twitter viene utilizzato quotidianamente da esponenti di primo piano del Governo e dell’opposizione per confermare, commentare o confutare notizie e critiche, che li coinvolgono direttamente. L’ultimo esempio sono i tweet di risposta di Enrico Letta (@EnricoLetta) alle prime indiscrezioni apparse sui giornali sulla legge di stabilità.
Anche la pubblica amministrazione sta iniziando a sfruttare Twitter, anche se con tutti i limiti della rete italiana, della comunicazione amministrativa e, in parte del pubblico a cui si rivolge. Nonostante ciò comuni come Milano (@ComuneMi), Torino (@twitorino), Firenze (@comuneFi) o regioni come Lombardia (@LombardiaOnLine) o ancora enti del turismo come quelli dell’Emilia Romagna (@TurismoER), stanno dando un esempio su come sfruttare Twitter ai fini della comunicazione amministrativa.

Ti smonto in 140 caratteri
L’aspetto satirico di Twitter è forse un dei più coinvolgenti e da “tweettare” battute al fulmicotone a diventare autori di “bestseller” sull’argomento, il passo è breve. Tra chi ha saputo sfruttare al meglio le possibilità offerte dal social network un posto d’onore spetta al  blog satirico Spinoza.it (@spinozait), di cui è autore anche Francesco de Collibus, autore di “Blitzkrieg Tweet. Come farsi esplodere in rete”. Commentatori pungenti e acuti come il Triste mietitore (@TristeMietitore), Matteo Grandi (@matteograndi) Vendommerda (@Vendommerda) hanno saputo conquistarsi decine di migliaia di follower grazie alle loro battute in 140 caratteri. Alcuni di questi come Essere Casaleggio (@casaleggio) il profilo fittizio del “guru” del Movimento 5 Stelle, o Dio (@Iddio) hanno trasformato la loro verve in business, pubblicando e pubblicizzando i propri libri attraverso Twitter.

Due aspetti non trascurabili
Il primo è quello temporale. L’immediatezza a cui Twitter sottopone i suoi utenti, siano loro giornalisti, politici o altro, può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Da una parte un flusso continuo di voci e notizie esclusive e  quindi sempre da verificare.  Dall’altra un formidabile campo di battaglia in cui il succo degli eventi viene diluito in una cacofonia di cinguettii beffardi, volgari, violenti e spesso inutili che rischiano di appannare il valore giornalistico dello strumento. Il giornalista Enrico Mentana abbandonò Twitter proprio dopo aver subito una serie di attacchi personali sul suo profilo.
La seconda è quella delle opportunità. Lillo Montalto lavora a Scribble Live, un’azienda che sviluppa un software per il liveblogging. Ha appena pubblicato “Real-Time Journalism. Il futuro della notizia tra liveblog e coinvolgimento” e a riguardo sembra non avere dubbi. Twitter ha aperto una strada e con le dovute, non scontate, precauzioni rappresenta un mezzo indispensabile per il giornalismo di oggi (e non di domani).

 

Lillo Montalto sarà ospite del festival Glocal di Varese dal 14 al 17 novembre.

 

 

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