Scopri il Parco Cinque Terre, la location di Glocal Ambiente

Glocal Ambiente prenderà vita dal 4 al 7 giugno in uno dei contesti più suggestivi del nostro territorio, Monterosso, incastonato all’interno del Parco Cinque Terre. Nell’attesa che il festival cominci, quindi, è interessante conoscere ed esplorare le peculiarità di questa area.

L’ambiente naturale

La costa tra Riomaggiore e Monterosso è alta, frastagliata, scarsamente incisa da insenature e promontori. I paesi sono situati in prossimità dello sbocco di torrenti i cui bacini si estendono talvolta per soli 3 km, tanto da essere chiamati “canali” nel dialetto locale. Fa eccezione il Vernazzola, alla cui foce sorge Vernazza, con un bacino che si estende per ben 7 km e che nasce dal monte Malpertuso, con i suoi 812 m la più im- portante elevazione della catena di monti che separa le Cinque Terre dalla val di Vara. Il terreno delle Cinque Terre è caratterizzato da un’ossatura tutta rocciosa. La storia geo- logica del territorio è complessa e sono molte le rocce presenti. Ofioliti, ricche di fer- ro e magnesio, eruttate come lave sottomarine in epoche remote, compaiono colora- te ora di verde ora di rosso tra Monterosso e Punta Mesco. Arenarie macigno formano la scogliera tra Monterosso e Riomaggiore; appartiene a questa formazione la roccia a zebre (arenarie zonate). A Manarola si trovano rocce scure dalla struttura caotica, appartenenti al complesso di Canetolo (argilliti con sedimenti calcarei). A est delle Cinque Terre affiorano invece scisti policromi (marne e argilliti).

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La vegetazione

I ripidi versanti della costa delle Cinque Terre sono coperti da una macchia alta composta da lecci e da vari arbusti, tra cui cisti, eriche, euforbie e corbezzoli. Su terreni più aridi e rocciosi alligna la gariga, con presenza di specie aromatiche come rosmarino, timo, eli- criso e lavanda. Il cappero, che cresce negli anfratti dei muri a secco, è il residuo di col- tivazioni del secolo scorso. Alle quote superiori si trovano pinete artificiali a pino marittimo e castagneti, coltura fondamentale per il sostentamento della popolazione, in un territorio dove non era possibile coltivare il frumento. Tra le principali specie arboree vanno ricordati il cerro, la sughera e la roverella, tre querce un tempo importanti nell’economia delle Cinque Terre per la produzione di legna e di ghiande per il bestiame.

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La fauna

Le falesie inaccessibili ospitano il falco pellegrino e numerose specie di uccelli marini, tra cui il gabbiano reale, il cormorano, la sula, la berta minore e la rondine di mare. Nella macchia mediterranea vivono piccoli mammiferi, come il riccio, il tasso, la donnola e la faina. Unico predatore di un certo rilievo è la volpe. Non è raro avvistare qualche serpente, generalmente innocuo, tra cui il biacco, il colubro d’Esculapio e l’orbettino, oltre a lucertole, ramarri e gechi sui muretti a secco. È invece piuttosto rara la vipera. Sono presenti molti piccoli uccelli: tra i più diffusi nella macchia il fringuello, il verdone, il pettirosso, lo storno e l’occhiocotto. A quote superiori, nelle pinete e nelle leccete, volano la ghiandaia, il picchio verde e il picchio rosso maggiore.

Il paesaggio dell’uomo

Gli insediamenti costieri delle Cinque Terre sorsero tutti tra l’XI e il XIII secolo, grazie alle migliorate condizioni economiche e sociali dopo l’anno Mille. La struttura originaria dei borghi è giunta ai giorni nostri senza eccessive compromissioni. Solo l’apertura della ferrovia, nel 1874, ha portato cambiamenti significativi nei paesi delle Cinque Terre, togliendoli dal loro secolare isolamento. La caratteristica saliente del paesaggio è l’estensione delle conche terrazzate, i “cian” o piani, spesso tanto stretti da ospitare un solo filare di vite.

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