Parola e suono, i due mondi che si intrecciano nella radio

“Il suono è un elemento determinante quando viene associato al segno”. Si può racchiudere in queste parole di Sergio Ferrentino l’incontro sulla tecnica radiofonica avanzata, svoltosi nella Sala F della Camera di Commercio a Varese.
Attraverso l’ascolto di dialoghi, interviste e approfondimenti, si giunge ad affermare che lo strumento radio è perfetto per creare emozioni. Con l’assenza di immagini, infatti, solo la radio mette in risalto il suono, quel mezzo che porta l’ascoltatore ad immedesimarsi nella situazione che viene raccontata. “La radio ha un meccanismo perverso”, afferma Ferrentino, “perché esalta tutto quello che è bello ma allo stesso tempo pone chi parla in una situazione molto delicata”. In sostanza, colui che utilizza la voce non può permettersi di sbagliare perché quello è l’unico strumento a sua disposizione per raggiungere il grande pubblico che ascolta.
L’obiettivo di raccontare le emozioni forti rende la radio uno strumento all’apparenza insignificante. Il messaggio che l’ideatore del programma radiofonico Caterpillar continua a mandare anche, e soprattutto, ai più giovani sta proprio qui. “Costruire una radio affinché essa possa essere ascoltata”: si annoda attorno a questa missione la tesi basilare che Ferrentino illustra. Il solo raccontare le cose con semplicità, basandosi unicamente sul suono, riassume l’essenza più pura della radio e la sua sconfinata potenzialità dev’essere ben utilizzata per essere d’impatto sugli ascoltatori.


Oggi, però, è comparso un nuovo attore sulla scena: il podcast. Uno strumento che riavvolge il nastro di 100 anni di radiofonia portando a una rivoluzione digitale della radio stessa. Con il podcast, infatti, si ribalta quel rapporto comunicativo uno a infinito, tipico della radio in diretta, che si trasforma nella relazione uno a uno. “Il podcast oggi pare proprio aver preso il posto del libro o del giornale”, conclude con la dovuta preoccupazione il conduttore radiofonico, “e pone l’ascoltatore libero di costruirsi un proprio palinsesto informativo con il grosso rischio di ridimensionare o di far addirittura sparire le funzioni della radio tradizionale”.
Per scongiurare questo pericolo, dunque, la radio deve continuare a raccontare la notizia a breve termine, ovvero stare sul pezzo mentre l’evento si sta verificando. “La radio”, conclude Ferrentino, “avrà sempre dalla sua la possibilità di rendersi tempestiva nel comunicare a tutti la notizia”.

Antonio Lopopolo

Organizzato da

Con il supporto di

Main Sponsor

Sponsor

Patrocinio di

In collaborazione con

un ringraziamento a