Promuovere l’innovazione e la qualità nel giornalismo digitale

Nel mondo del giornalismo digitale, Google è attiva in prima linea per collaborare e portare innovazione attraverso diversi progetti e un fondo di investimento. Proprio questi ultimi sono stati i protagonisti dell’incontro svoltosi oggi pomeriggio, in Sala Campiotti. Il panel ha visto la partecipazione di Riccardo Terzi, Strategic Partner Manager di Google News Initiative, progetto di Big G nato con lo scopo di favorire l’editoria. Un settore che negli ultimi anni sta attraversando un periodo di profonda crisi. Google News Initiative si suddivide in tre aree principali, che corrispondono ai tentativi di risolvere tre dei principali problemi del settore: “elevare e rafforzare il giornalismo di qualità nel periodo digitale, aiutare il settore a evolvere nei progetti e, infine, migliorare le tecnologie utilizzate”. Il tutto tenendo a mente i concetti di collaborazione e condivisione, cosa che ha portato al dialogo non solo con grandi realtà, come il Financial Times, la Repubblica e Le Monde, ma anche con realtà locali.

Ed è proprio di queste ultime locali che si occupa Sarah Hartley, rappresentante del DNI Fund, il fondo di Google che negli ultimi 3 anni ha investito ben 150 milioni di euro per “stimolare e innovare l’ecosistema del giornalismo”. Chiunque – dalle organizzazioni no profit ai privati – può richiedere un aiuto. Ad oggi, sono stati selezionati ben 559 progetti, in 29 diversi paesi. L’obiettivo finale è quello di ascoltare gli editori, e tutti coloro che sono interessati al mondo del giornalismo, e dare loro la possibilità di vedere realizzato un proprio progetto.
Ed è proprio quello che è successo a Lorna Willis, Executive Director, Digital Data and Insight di Archant, protagonista di uno dei progetti di maggior successo del DNI Found. L’importanza data ai contenuti e alle storie locali, unita alla volontà di non perdere definitivamente gli immensi archivi dei giornali e di monetizzare queste storie passate, hanno fatto sì che siano state scannerizzate oltre 40 mila pagine. Un lavoro immenso, non ancora concluso (la fine è prevista per marzo) che ha visto l’impiego di 80 mila euro del Fondo DNI e un grandissimo coinvolgimento ed entusiasmo della rete locale.

Giulia Masoli

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