Turismo e giornalismo: l’importanza dei big data per il racconto

Saper leggere i dati, gestire le informazioni e analizzare i flussi turistici per conoscere e interpretare gli andamenti del settore. Queste le tematiche affrontate durante il Festival del giornalismo digitale di Varese.
Elena Provenzano, responsabile dell’ufficio studi e statistica alla camera di commercio di Varese, premette un fatto importante: «Camera di commercio e provincia monitorano statisticamente il lavoro tramite un protocollo di insieme” e aggiunge “Mille strutture alimentano tutto il data base. I dati raccolti, tutti geo-referenziati, studiano l’impatto che determinati eventi hanno avuto sul territorio”.
Massimiliano Serati, direttore della Divisione Ricerca della LIUC Business School, spiega che: “Nel leggere i dati sul turismo occorre cautela, meno ingenuità e meno pigrizia, considerando che il turismo occupa il 10% del PIL”, sottolineando che: “i Big Data ereditano e potenziano il concetto di indagine campionaria sul campo”.
Effettuando l’analisi dei flussi turistici e l’analisi dell’offerta e, associandole al ruolo dei Big Data, si avrà una mappatura sul campo. “Purtroppo – dice Serati – le 25 mila mappature in Italia sono poco conosciute”. Rimanendo sul tema degli indicatori invece, che è il punto di arrivo del Direttore, il team di analisti produce un’indicatore di potenzialità turistica, che permette di analizzare la performance e allo stesso tempo la ricchezza dell’offerta.
Ma chi conosce effettivamente il turista?
“Le poche risposte sicure si ricavano grazie ai social” afferma il Direttore, soprattutto grazie allo studio dei profili e all’analisi dei comportamenti.
Isaia Invernizzi, giornalista de “L’Eco” di Bergamo racconta invece del suo monitoraggio in merito ai dati di Airbnb iniziato nel 2016 tramite un’attività di scraping, che permette di ricevere le mappature di dati. Con questo tipo di ricerca Invernizzi, supportato da colleghi e cittadini, è riuscito a far sì che il comune bergamasco ottenesse un accordo con Airbnb per il versamento della tassa di soggiorno, fino ad allora percepita direttamente dal portale online. La ricerca del giornalista nasce da una provocazione diretta a Christophe Sanchez, capo di gabinetto del primo cittadino di Bergamo: “Se volete una sfida sull’analisi turistica”, scrive su Facebook Invernizzi, “ho dati abusivi, ho i nomi degli Airbnb che non hanno presentato la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività)”.
Lo sviluppo della vicenda, grazie all’utilizzo analitico dei dati, ha quindi permesso di ottenere risultati concreti e di portare la questione sul panorama nazionale: “I dati ci sono, ma non vengono condivisi. È importante farlo per ottenere successi” sentenzia il giornalista.

Lisa Chinaglia

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