Migranti, le storie e i pregiudizi vissuti dagli italiani all’estero

 

Pregiudizi sui migranti, ma questa volta per italiani trasferitisi all’estero perché in cerca di fortuna. Chi conosce le loro storie? E come si potrebbe avere qualche informazione su un fenomeno che ha riguardato l’Italia diversi anni fa? Sono questi i temi centrali dell’incontro “Le cronache, le testimonianze e le storie dei nostri migranti” durante Glocal, il Festival del giornalismo digitale di Varese. Ospiti del panel la giornalista del gruppo Jedi Marianna Bruschi, il giornalista Nicola Maranesi e il giornalista di Repubblica Concetto Vecchio. A moderare il giornalista di Varesenews Roberto Morandi.
«In archivio – spiega Maranesi che ha contribuito alla nascita di idiariraccontano.org – si sono sperimentate quasi 1000 testimonianze di italiani che sono andati all’estero per andare a lavorare o per affetto e amicizia. Avevamo questo corpus molto interessante che volevamo fare uscire fuori. Il desiderio era quello di trovare uno strumento che li facesse conoscere. L’esigenza era quello di raccontare l’esperienza della migrazione italiana. Le esperienze delle migrazioni attuali non hanno niente di nuovo. fino ad alcuni anni fa eravamo noi a migrare. Per questo adesso Chi volesse cercare un detabase di racconti di italiani all’estero potrebbe fare attraverso l’archivio diaristico italiano e i diariraccontano.org».

Il database, andato online al giugno dell’anno scorso, raccoglie alcune storie e i punti salienti di questi racconti e diari di persone migrate all’estero. In questo modo chiunque volesse può cercare, conoscere e approfondire le storie dei migranti italiani. La piattaforma raccoglie dati che hanno riguardato gli italiani dall’Ottocento fino ai giorni nostri. È diviso in cinque grandi periodi: prima dell’Unità, dopo l’Unità, tra le due guerre mondiali, post guerra e i giorni nostri.

«L’idea è quella che chi atterra in questo sito – dice Bruschi – possa farlo come vuole. Le storie sono divise per categorie. Dietro infatti c’è un lavoro di catalogazione. Uno dei punti fondamentali è quello dei luoghi. Gli autori delle storie sono divise per continenti. Nella homepage c’è la mappa dei luoghi che aiuta a capire dove sono gli italiani nel mondo. Ogni storie è diario ha al suo interno la mappa. Ci sembrava importante che il percorso fatto da queste persone potesse essere visualizzato. Si può viaggiare insieme a queste persone». È possibile anche partecipare all’arricchimento del database. «Ci sono ancora italiani – continua Bruschi – che vanno a vivere all’estero. L’argomento delle migrazioni italiane è ancora molto attuale».

Una storia di migranti e pregiudizi è quella di Concetto Vecchio. Il giornalista di Repubblica ha parlato della sua storia nel libro “Cacciateci“. I genitori italiani originari di Catania, si sono trasferiti in Svizzera negli anni 60 in cerca di fortuna e sono stati vittime di pregiudizi. In quegli anni la Svizzera vive un periodo politico autoritario dove gli italiani erano visti come gli altri di cui aver paura. Tra le politiche attivate quelle di rimandare nel loro Paese centinaia di italiani, tra cui i genitori di Vecchio. «Questo libro è una vicenda personale e storica» spiega l’autore. Vecchio racconta i ghetti degli italiani in Svizzera: baracche coi letti a castello, un bagno per cinquanta persone, il lavatoio in comune, fornelletti per cucinare, fili stesi per i panni. Ci fu un referendum nel 1970, lanciato da James Schwarzenbach che, se fosse passato, avrebbe portato 300 mila italiani via dalla Svizzera. «La classe politica di allora – continua il giornalista –  faceva leva sulla paura e la trasformava in politica. Questa storia ci deve insegnare tantissimo anche nel presente».

di Ilaria Quattrone

 

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