“Raccontiamo la cultura del territorio, per creare connessioni e dare valore al tempo sul web e con il podcast”

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’informazione online? Si può fare giornalismo dal basso? E raccontare il territorio e la cultura? A queste domande tenta di rispondere il panel “Dialoghi digitali. Giovani volontari nell’infosfera” con l’esperienza dei ragazzi di Neverwasradio (Associazione Smart), e del magazine La Beula.

“Eravamo un gruppo di amici che organizzava serate in locale di Sesto Calende – racconta, la vicepresidente Elisa Begni – Da lì un’ associazione ci ha chiamato per fare la radio e siamo diventati un gruppo di persone che non aveva in comune solo l’interesse per la musica. Avevamo uno spazio da vivere e condividere e strumenti per diffondere i nostri interessi, idee e bisogni culturali”. Le parole d’ordine erano e sono tuttora qualità, curatela e territorio: Neverwasradio ha infatti iniziato a dare spazio e voce alle iniziative del territorio, per fare cultura e spenderci in ambito sociale e artistico. “Chi decideva di ascoltare noi, i nostri podcast, i nostri eventi, ci diceva vi stiamo dando il nostro tempo. Quindi noi abbiamo dovuto iniziare a prenderci la responsabilità di dare ad esso il maggiore valore possibile. Il nostro è stato quindi un lavoro di curatela e selezione di contenuti“.

“Anche la formazione è al centro della nostra attività –  aggiunge Nicolò Cagnan, ex presidente di associazione Smart – Tutti gli speaker e i registi fanno corsi, in modo da unificare un format definito come marchio di fabbrica“. Per una webradio è stato impossibile non doversi confrontare con la posizione di podcast. “Oggi ci sta traghettando verso una sorta di factory informativa e narrativa. Ci troviamo su un territorio, a livello italiano, molto nuovo”. La forza narrativa del prodotto audio è notevole: “Radio e podcast lasciano una grossa parte all’immaginazione e il peso specifico dei contenuti è più forte di quella di un’esperienza video. Si riesce ad approfondire tantissimo nello spazio di un viaggio in macchina”. Più vicina alla dimensione del libro che a quella del programma televisivo, “la narrazione del podcast si completa solo attraverso l’ascoltatore. In un momento di distanziamento digitale è stato un modo di stare vicini e può dare valore a un tempo che a volte non consideriamo utile”.

Giulia Guanella ha invece raccontato l’esperienza de La Beula: “Nasciamo come associazione culturale che voleva proporre contenuti in provincia di Como e abbiamo cercato di rispondere a un’urgenza di creatività e di far conoscere alle persone i miliardi di possibilità che la cultura può dare – racconta – Volevamo essere il motore di una svolta”. Il racconto, animato dalla passione, dei progetti artistici del territorio è stato al centro di questa azione dal basso con la creazione di un magazine di Como e della Brianza Comasca: “Il nostro è un giornalismo partecipativo, accogliamo sempre delle nuove persone e le spingiamo a raccontarsi”. La narrativa e l’immagine sono l’essenza del magazine, “per permettere di immedesimarsi nelle realtà che narriamo” spiega il reportagista Daniele Molteni. Spesso “l’informazione veloce di cronaca spesso non restituisce l’anima di un progetto. Per questi molti si rivolgono a noi. Abbiamo uno spazio per poter creare una connessione tra le varie realtà di cui parliamo”.

“Internet reintermedia – spiega Andrea Boscaro, Fondatore e partner, The Vortex, società marketing digitale – quindi la curatela dei contenuti premia questi contenuti dal basso“. Le redazioni competono nel racconto del territorio con chi già lo fa sui social, ma ci sono casi interessanti per coinvolgere la comunità degli utenti: “Atm Milano per esempio condivide le foto e i momenti divertenti o emozionanti della città”. In questo senso hanno valore anche i gruppi Facebook, dove si condividono annunci e notizie locali. “Nel giornalismo all’estero sono sfruttati anche dai giornali. È necessario infatti sfruttare in modo intelligente le espressioni del citizen journalism, ossia il giornalismo cittadino. Può essere per esempio usato per rintracciare le fonti e svolgere un lavoro di “filtro e costruzione di collaborazione con i contenuti per creare valore ed engagement (coinvolgimento) nella community – conclude con un’immagine suggestiva – Il giornalismo una volta che sta diventando digitale non può prescindere da questo: è come una cena in cui si fa la spesa e si cucina tutti insieme “.

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