Comunicazione (im)mediata: dai portavoce ai social network, come cambia il racconto della politica

L’incontro «Comunicazione (im)mediata: dai portavoce ai social network, come cambia il racconto della politica» comincia con il discordo di Tomas Miglierina e la presentazione di alcuni video di cui uno su un’irruzione del pubblico durante una conferenza di Draghi e uno di un tour de table con audio fake. La riflessione è questa: data la complessità della situazione politica c’è una professionalizzazione del giornalismo, ma a questo dovrebbe corrispondere eguale sforzo da parte dei media, ovvero mantenere dei paletti, perché assegnare ai canali istituzionali può essere pericoloso. Non è nuova la pratica che siano i politici stessi a scegliere i propri interlocutori.

Paola Peduzzi ribatte sostenendo che il lavoro del giornalista è cambiato moltissimo e adesso la capacità è quella di scegliere, selezionare, capire quali sono le cose importanti da seguire, creare una gerarchia e fiducia nei confronti delle fonti, lavoro fatto spesso non sul campo ma nelle redazioni. L’analisi della giornalista continua toccando il tema della propaganda politica e fa risaltare il modello di Zelensky che ha saputo dare il proprio messaggio nel modo giusto, adattandolo ai diversi momenti della guerra anche con ironia.

Andrea Boscaro parla della comunicazione digitale, iniziando con la leva pubblicitaria. Spesso vengono fatte da parte della politica delle provocazioni per generare un commento, una reazione per aumentare visibilità e popolarità. Tik Tok, spiega, non funziona in ragione dei like o dei commenti ma in relazione a quanto più a lungo viene visualizzato un video. Siccome cambiano le leve tecnologiche senza che queste vengano considerate, non si raggiunge il proprio pubblico. «Domani, l’unica risorsa è che ci debba essere attorno al politico un’organizzazione che sia in grado di far leggere i contenuti, il m5s non ha investito su pubblicità online perché attivisti negli anni, non si può fare comunicazione politica digitale di successo se non ci sarà un’organizzazione politica di successo, coesa» ha illustrato Boscaro.

Filippo Sensi sempre a proposito dei social network spiega che questi spingono verso la disintermediazione, l’immediatezza, rapporto tra giornalista e portavoce, Allo stesso tempo però per quanto riguarda la politica i portavoce hanno il compito, con equilibrio e correttezza, di tutelare, mettere dei filtri all’attenzione dei media che sono in competizione con loro, ovvero competono e collaborano con i giornalisti.

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