Il racconto dell’innovazione: come evitare di illudere il lettore

La scarsa conoscenza dei criteri di notiziabilità da parte di comunicatori spregiudicati, imprenditori e innovatori, unita all’influenza degli investimenti, hanno creato in questo settore una comunicazione drogata che ha creato sfiducia in startup e tecnologia. La sfida è allora quella di creare una nuova ecologia dell’informazione nel rispetto della deontologia e dei lettori.

Ad aprire il dialogo attorno a questi temi è stato Luca Barbieri, imprenditore e giornalista, che partendo dagli spunti del suo libro “Ecosistema dell’Informazione”, racconta come una comunicazione efficace possa aiutare le imprese nel mondo dell’innovazione.

“Il mondo della tecnologia è spesso legato a un mercato comunicativo fatto di sensazionalismi, utili a catturare l’attenzione. Ciò però non permette di farsi un’idea corretta del prodotto, soprattutto per chi legge, con il rischio di inserirsi in un mercato difficile da gestire. È importante sapersi posizionare e saper raccontare la propria storia, senza distaccarsi dai fatti.”

Interviene all’evento, Giacomo Santoli, Chief Commercial Officer di Vedrai.com, azienda che si occupa di intelligenza artificiale. Da un team iniziale di 10 persone, l’impresa è arrivata ad averne 80. “La nostra missione è quella di ridare tempo alle imprese” spiega Santoli – “Tramite algoritmi di intelligenza artificiale aiutiamo a far capire le aziende se si muovono nella direzione giusta. Abbiamo deciso di dare nomi propri di persona ai nostri servizi, come per esempio Backy, James, Frank. Una sorta di assistenti virtuali per essere più diretti con il nostro pubblico. Inoltre, abbiamo inserito nel nostro team un tik toker, Davide Reinecke, per comunicare in modo ancora più semplice e diretto”.

E non solo imprese ma anche sport. “Vedrai.com sta curando un progetto con la Primavera dell’Atalanta, con cui formiamo esercizi mirati: sia a livello di marketing sia aiutando la squadra ad analizzare i giocatori in base ai loro punteggi, mosse, passaggi. Analizziamo l’offerta del mercato, riuscendo a indicare il giocatore più adatto in base alle richieste della squadra. Un connubio tra innovazione tecnologica, sport, analisi di dati e voglia di mettersi in gioco. La comunicazione deve essere basata sui numeri. L’importanza dei dati è enorme”.

 

Durante il panel, Barbara Sala , CEO Delcon ITA e USA, azienda leader nel settore dei dispositivi per la trasfusione del sangue, ha raccontato il percorso di innovazione della Delcon. “La nostra azienda è molto attiva nella fase di raccolta e nella fase di separazione del sangue. Si usano dispositivi software e hardware” – racconta Barbara Sala – “Da oltre 10 anni, avevamo un prodotto a portafoglio da 10 anni e poi abbiamo deciso di ridisegnarlo. L’idea di creare qualcosa di nuovo, diverso da tutti gli altri.

Come abbiamo fatto? Prima di tutto lavorando con chi questi strumenti li usa tutti i giorni. E siamo partiti dal cliente finale: le fabbriche del sangue, i centri trasfusionali. Nel tentativo di accedere al cliente finale abbiamo ricercato clienti disposti a salire a bordo del nostro progetto innovativo. Non siamo riusciti in modo così snello e agile come avremmo voluto, soprattutto in Italia, e allora siamo andati in un mercato all’estero, a New York, dove non eravamo conosciuti. Mercato difficile sì, ma ricettivo, che ha abbracciato l’idea di fare un progetto insieme. In seguito, è nata la collaborazione con il Politecnico di Milano per disegnare il nuovo prodotto.

Un team molto vario: ingegneri, designer, tecnici. E qui il ruolo della comunicazione è stato fondamentale. “Ci ha dato la visibilità ai clienti ma anche a livello di analisi e siamo riusciti a allargare l’ecosistema dei partner. Importanza anche di aprirsi al nuovo. Come per noi il designer. L’ecosistema ci ha aiutato arrivando a condividere esperienze l’un l’altro”.

Marco De Battista, coordinatore delle aree economiche di Confindustria Varese, ricorda l’importanza di trasmettere cosa sta succedendo nell’ambito della tecnologia, dell’innovazione e della sostenibilità. Un approccio culturale vincente dove il continuo confronto con l’esterno permette lo scambio di idee attorno al tema della comunicazione. Infine, Marco Astuti, referente Scientifico, Tech Mission, ha affermato come “le tecnologie non sono qualcosa di freddo. Bisogna far capire che dietro alle tecnologie ci sono le persone e sta qui l’importanza di condividere e raccontare le proprie scoperte”.

 

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