Perché esiste il Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti

«Noi siamo giornalisti sempre, anche quando scriviamo qualcosa sui social o sui blog. Dobbiamo sempre immedesimarci nelle persone di cui parliamo. Se non abbiamo questo rispetto, tutto ile conseguenze arriveranno a valanga». Con queste parole il giornalista di cronaca giudiziaria del Corriere della Sera Giuseppe Guastella ha cercato di spiegare il motivo dell’esistenza del Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei giornalisti. Assieme a lui, la giornalista Franca De Ponti e il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della lombardia Riccardo Sorrentino.

Al termine del panel è emerso che la funzione del Consiglio non è quella di punire eventuali trasgressori ma di far capire che bisogna avere più consapevolezza di come il comportamento di un giornalista possa influire sulla società. «Il nostro faro dev’essere il rispetto della verità dei fatti», questo il pensiero di Guastella.

Della stessa idea anche Sorrentino, che aggiunge «Il servizio di disciplina serve a difendere la libertà di stampa. La funzione dei codici etici è quella di proteggere il giornalista che vuole fare una critica corretta e accurata. Non bisogna però dimenticare alcuni limiti dettati dalla privacy. In generale, alcuni problemi, ancora esistenti all’estero, in Italia sono stati risolti grazie anche alla presenza dell’Ordine.»

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