Il digitale per scoprire il bello dell’editoria

The Social Bookshop and Public Library è stato ideato da Francesca Boragno libraia e animatrice culturale che vuole superare il limite che hanno le librerie indipendenti di farsi conoscere nel territorio.

Il progetto ha un respiro ideale molto alto perché l’editoria è da troppo tempo passata come un minus, infatti, nonostante gli 80 mila libri che vengono pubblicati in Italia, la meritocrazia e la bellezza del testo restano a margine.

Il tempo, che è una risorsa scarsa, è quello che serve a scoprire i nuovi talenti, per fortuna, i piccoli editori fanno molto scouting. Boragno durante la pandemia ha avuto modo di riflettere sul patrimonio culturale di librerie e biblioteche e ha pensato a come realizzare il suo sogno di utilizzare la rete per scoprire questi luoghi all’interno del territorio, un tesoro inestimabile.

Qui entra in gioco Claudio Buda Business Manager, Mango Mobile Agency, che si è interessato al progetto e ha sviluppato SBApp, un’applicazione per permettere al pubblico di accedere a eventi culturali, consumare contenuti e conoscere spazi dove si possono vivere delle esperienze. Come spiega Buda, il lettore ha piacere di passare più tempo nelle librerie, non è interessato solo all’aspetto digitale, l’app, quindi, permette di conoscere cosa c’è intorno e partecipare alle inziative. In questo modo si può incrementare anche il turismo, molti lettori si spostano, infatti, e la lettura stessa può diventare uno strumento di marketing territoriale.

Al centro del progetto c’è il concetto di una comunità che è viva e fondamentale. L’app è in evoluzione e in futuro permetterà anche di sbloccare contenuti in base al luogo in cui ci si trova. Angelo Di Liberto, scrittore e giornalista ha dimostrato che i libri possono riattivare l’ascensore sociale creando Modus Legendi. La comunità che opera su Facebook e conta 26 mila iscritti è un’operazione di hackeraggio al sistema. Attraverso le votazioni, gli italiani iscritti possono decretare un libro vincitore tra titoli che non sono stati pubblicati dalle grandi case editrici, in questo modo hanno portato nelle classifiche nazionali degli autori che poi sono stati di successo, dimostrando che il bello dell’editoria si nasconde nelle pieghe della rete.

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