Il festival Glocal non si ferma e si prosegue con “ come cambia il giornalismo dei dati?” In un incontro tenuto in Salone estense riguardante interamente sui dati del giornalismo. Speaker dell’incontro Marzia Antenore, Riccardo Sorrentino, Luca Tremolada, Tomaso Bassani. Iniziamo subito con una piccola interazione per alzata di mano, Bassani chiede chi ha già lavorato con i dati per aprire l’argomento, molti dei presenti confermano di aver lavorato con essi e si parte con entusiasmo. Sorrentino esordisce con « il data journalism è un lavoro nuovo, 1983 circa, ma è una delle grandi correnti di innovazione che dobbiamo seguire» iniziamo con esempi di sondaggi, che a volte sono difficili da interpretare. Continua mostrando i dati di alcuni sondaggi sulle ultime elezioni polacche spiegandone il funzionamento è il reale significato con il rispettivo margine d’errore. « i dati possono essere estremamente variabili» continua Riccardo, spiegando come l’estrapolazione di un andamento possa essere utile alla comprensione. Tremolada prende la parola, «il giornalismo dei dati è stato normalizzato, questo non esclude il lavoro del giornalista dei dati. Entriamo nella fase dove il giornalismo è confuso con i social e con le fotografie, noi giornalisti torneremo in gioco quando ci sarà bisogno del nostro metodo, quello statistico.» cita l’interessante aneddoto del medico John snow ottocentesco e di come sia stato il primo data jounalist della storia mappando l’epidemia di Colera a Londra. Capiamo come raccontare le notizie con i numeri significa sapere quali database interrogare per avere informazioni. A cosa serve IA in redazione? Luca dice « non si tratta di risparmiare tempo, è uno strumento che va gestito come un programma informatico, come i giornalisti di dati trattano i data set.» Marzia Introduce Newstreseer , un cacciatore di notizie su Twitter e piattaforme sociale che con un rastrellamento in rete crea i testi e addirittura è in grado di entrare nella semantica.
