Antropologia e giornalismo, alleati per un’informazione di qualità

L’antropologia può fornire al giornalismo nuove prospettive, suggerimenti e ambiti di ricerca. È il sunto di quanto discusso a Glocal 2023 all’interno del panel “Coltivare lo “spazio generativo” tra antropologia e giornalismo”, nella mattinata di sabato 11 novembre.

Speaker Andrea Filippo Ravenda, professore di Antropologia pubblica all’università di Torino, Dario Basile, docente di Antropologia della comunicazione all’università di Torino e Sara Zambotti, antropologa e giornalista, introdotti da Chiara Pedrocchi, antropologa e giornalista.

Il dibattito ha posto in evidenza i tanti punti in comune che hanno questi due mondi, l’antropologia e il giornalismo. Si è partiti da una definizione di antropologia, «una disciplina che si occupa di diversità, di culture e che ti aiuta a vedere nella diversità qualcosa di più simile a noi» ha commentato Dario Basile, «una disciplina ed una palestra che ti aiuta a pensare in modo differente».

Fondamentale che l’antropologia sia applicata al giornalismo e che i giornalisti dialoghino con il mondo accademico, per un’informazione che sia sempre più di qualità. «L’antropologia per il giornalismo è una risorsa importantissima – ha sottolineato Sara Zambotti -.  Intervistiamo spesso professori che ti danno una visione delle cose diversa».

«Per un accademico esporsi a livello pubblico è qualcosa di importante, perché siamo abituati alle riviste accademiche che in qualche modo rappresentano un mondo protetto – ha aggiunto Dario Basile -. C’è anche la paura di essere travisati, ma al netto di tutto credo sia importante continuare a fare questo sforzo di collaborazione, di avviare e di consolidare questo dialogo».

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