Che cos’è il design dell’informazione e perché è così importante?

 

La terza giornata del Festival Glocal 2023 ha ospitato presso la Fondazione Morandini un panel dal titolo “Il design dell’informazione” con Adriano Attus, creative director de Il Sole24Ore e Andrea Mattone, grafico e giornalista. Un incontro che ha fatto luce sull’importanza del grafico nelle redazioni giornalistiche e su quanto sia fondamentale creare un percorso narrativo che possa guidare il lettore.

«Il mio lavoro è complesso sia perché è difficile disegnare nei tempi di un quotidiano, ma anche perché devi realizzare qualcosa di gestibile da tutte le persone che lavorano nella redazione. Ciò che creo è complesso da trasferire anche ai colleghi che scrivono, a loro posso spiegarlo ma ai lettori no. Quindi deve essere qualcosa di universale in modo che il lettore capisca come orientarsi nella pagina», ha spiegato Adriano Attus. Quest’ultimo si è soffermato in particolare sull’importanza dell’infografica, affermando: «È utile perché ti permette di raccontare delle storie. Le infografiche nascono sempre da notizie che poi cerchiamo di trasferire in maniera visuale. Mi rendo conto, però, che non tutti sanno leggere questo tipo di informazioni, vedo che spesso c’è difficoltà nel capire, ad esempio, che cosa una forma significhi a livello numerico».

«Come designer sfrutti tutto ciò che hai a disposizione per trasferire un’emozione ai lettori», ha dichiarato Attus. L’illustrazione è un mondo – così l’ha definita l’art director – che aiuta i lettori a comprendere le notizie  e soprattutto ad avere una lettura guidata. «Devo scegliere la rappresentazione più efficace per mostrare i dati a mia disposizione. Questo è il mio motto», ha concluso.

Anche Andrea Mattone ha sottolineato l’importanza del ruolo del grafico nelle redazioni: «Non è importante solo perché impagina, ma anche perché essendo una persona che non scrive ha il compito di dare al lettore le informazioni nella migliore forma possibile. Il vero padrone per il grafico non è il direttore ma il lettore». Mattone ha poi confessato: «Spesso per i clienti scrivo anche i titoli perché con titoli finti c’è poca affiliazione ai prodotti. Il titolo deve essere d’impatto perché non viene letto, viene introiettato nel cervello come se fosse una fotografia». E infine: «Noi grafici creiamo all’interno di un giornali un percorso narrativo, esattamente come quando si va a vedere una mostra d’arte. Per fare questo mestiere bisogna prima trasformarsi in lettore, capire quali sono le cose importanti e quelle che vanno lette dopo. Sembra un mestiere creativo, e per certi versi lo è, ma dietro c’è comunque tanto pensiero».

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