di Daniele Fiori e Lorenzo Grossi
video di Marta Proietti e Francesca Romana Genoviva
Si parla di sistemi deontologici nell’incontro delle ore 16 in Sala Campiotti presso la Camera di Commercio. A dibattere Mario Tedeschini Lalli (Gruppo Espresso), Carlo Bartoli (presidenti dell’ordine dei giornalisti della Toscana) e Alessandro Galimberti (presidente dell’unione nazionale dei cronisti italiani). Relatore Roberto Rotondo.
Il primo confronto è sui sistemi deontologici di Italia e Usa, di cui parla Mario Tedeschini Lalli.
“Niente ordini e tessere, è giornalista chi lo fa”: @tedeschini descrive la situazione giornalisti in #Usa #glocal15 #etica #deontologia
— valeria vercelloni (@Valeria_10) 20 Novembre 2015
Deontologia, @tedeschini: “In America la libertà di stampa è molto più protetta che in Europa, più tutela per il giornalista” #glocal15
— Piacere Julia (@GiulsCapozzi) 20 Novembre 2015
In Italia si distingue tra etica e deontologia, negli USA si parla solo di etica @tedeschini #glocal15
— LabIULM (@labiulmcampus) 20 Novembre 2015
Mario Tedeschini Lalli presenta l’iniziativa lanciata dalla Online News Association per costruire il proprio codice etico. L’importante è che il pubblico conosca le regole etiche usate dai protagonisti dell’informazione: questa la teoria alla base. Al termine della sua relazione lancia la proposta: “Perché non costruire un database di codici e carte deontologiche delle testate italiane, oltre a quelle ufficiali con forza di legge?” Tocca poi ad Alessandro Galimberti che si chiede cosa manchi al sistema deontologico italiano e soprattutto si pone la domanda delle domande: che cos’è il giornalismo? Dobbiamo difenderlo a tutti i costi? Il presidente dell’associazione nazionale dei cronisti italiani, cita i casi di Giuliano Ferrara, Renato Farina e di Alessandro Sallusti (senza nominarli). Il suo discorso tocca varie questioni delicati, fra le quali l’ipotesi di non prevedere il carcere per i giornalisti. Tutta la riflessione gira comunque intorno alla definizione di giornalismo: una volta trovata, si può davvero pensare di difendere la categoria.
Da anni c’è un attacco alla categoria dei giornalisti da parte del legislatore perché non ha deontologia e rifugge le rettifiche #glocal15
— Alessandra Toni (@alessandra_toni) 20 Novembre 2015
Attività leale di informazione o macchine del fango: quando difendiamo i giornalisti cosa difendiamo realmente? -Galimberti #glocal15
— LabIULM (@labiulmcampus) 20 Novembre 2015
Giornalismo è verifica continua delle fonti, disponibilità alla rettifica anche dei dettagli che non corrispondono al vero #glocal15
— Camilla Malacarne (@CamillaMalacarn) 20 Novembre 2015
Con la relazione conclusiva di Carlo Bartoli, il discorso si stringe ancor di più intorno ai codici deontologici. Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana fa notare come in Italia ci sia una quantità sproposita di ordini professionali. Tuttavia, anche se le regole esistono, troppo spesso non vengono messe in pratica. Un esempio: il dovere di rettifica anche senza la richiesta dell’interessato, inserito nel codice penale, che è ignorato dalla maggior parte dei giornalisti, secondo Bartoli.
La riflessione coinvolge anche il delicato ruolo dell’Ordine, che deve garantire il rispetto dei valori deontologici, come li definisce Bartoli. “Il successo del nostro ordine sta nel confronto e nel dialogo”, afferma.
ecco che cos’è la #deontologia e cos’è l’#etica @carlo_bartoli pres #OdGToscana a #glocal15 pic.twitter.com/nz1EOaDJPH
— Francesca Amendola (@amendola) 20 Novembre 2015
Anche la citazione della fonte dovrebbe essere una prassi ma non lo è! @carlo_bartoli #glocal15
— LabIULM (@labiulmcampus) 20 Novembre 2015
Un giornalista più dubbi ha, meno danni fa – @carlo_bartoli #glocal15
— LabIULM (@labiulmcampus) 20 Novembre 2015