Intelligenza Artificiale e giornalisti: molto più che alleati

Come può l’Intelligenza Artificiale migliorare la qualità del giornalismo e la sostenibilità del suo modello di business?

Nel panel su “Il tempo del giornalismo: intelligenza artificiale e sostenibilitàMarco Pratellesi, Senior Vice President di Asc27 e giornalista Italian Tech presso La Repubblica ha ricordato quanto l’Intelligenza Artificiale sia oggi parte integrante del giornalismo digitale e multimediale.
“A contatto con l’Intelligenza Artificiale noi produciamo informazioni, dati, per ogni azione che compiamo” dice Pratellesi “e pensate che nei prossimi tre anni noi produrremo più dati di quanti ne abbiamo prodotti negli ultimi 30”. Dalla produzione alla fruizione delle notizie l’Intelligenza Artificiale è sempre più pervasiva nell’esperienza informativa, anche perché il cervello umano non ha le capacità di raccogliere e filtrare così tanti dati.

Il tempo del giornalismo: intelligenza artificiale e sostenibilità

Nonostante queste considerazioni l’universo informativo italiano si ritrova comunque in ritardo di qualche anno rispetto alle grandi testate internazionali.

A proposito di questo rallentamento Roberto Bernabò, Vice direttore de Il sole 24ore, ha affermato che: “In Italia gli editori hanno una visione del modello di business poco lungimirante e pensano al ricavo per brevi periodi così non riescono a guardare alle sfide future. AI e machine learning sono degli alleati molto preziosi per le redazioni che sono sempre più ridotte: a partire dalla ricerca delle fonti, arrivando alla produzione multimediale e distribuzione dei contenuti questi strumenti possono contribuire in modo positivo alla qualità dell’informazione”.

E a chi obietta che con l’innovazione tecnologica sempre più frenetica questi software sostituiranno la professionalità umana Bernabò risponde che “stanno nascendo progetti per un giornalismo modulare: nuovi format di contenuto che tengano insieme automazione e linguistica dove il ruolo, fondamentale, del giornalista è quello di far convergere tutti i mezzi per far acquisire il giusto senso ai contenuti”.

Della stessa opinione è Aldo Fontanarosa, giornalista di La Repubblica, che, portando esempi dalla sua esperienza personale di tutti i giorni, sostiene che “In maniera molto che più occasionale il giornalista è chiamato ad uno sforzo fisico ed intellettuale intenso e senza l’AI rischierebbe di sbagliare molto di più. L’AI non è una componente risolutiva dei problemi economici strutturali delle redazioni, ma può migliorare l’efficienza dei giornalisti”.

Il tempo del giornalismo: intelligenza artificiale e sostenibilità

La sostenibilità economica dei nuovi modelli di business per un giornalismo pienamente digitale deve tener conto anche di investimenti nella ricerca tecnologica perchè come ha detto Pietro Gravino, ricercatore del Sony Computer Science Lab di Parigi: “La Sony e tutte le grandi aziende, ad un certo punto hanno capito che la vera innovazione non si sa veramente da dove arriverà e per questo motivo vale la pena di investire in maniera più ampia possibile in varie attività di ricerca, anche senza un ritorno immediato”.

Gravino conclude ribadendo l’importanza di investire su questi strumenti anche perchè “Nel giornalismo la concorrenza, ovvero chi produce disinformazione, utilizza già strumenti di intelligenza artificiale per implementare la propria attività”

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