Benvenuti a #Glocal18: il programma di giovedì 8 novembre

Si concluderà con il racconto di quello che il ‘68 ha rappresentato nelle redazioni la prima giornata della settima edizione del Festival Glocal. Appuntamento alle 21 al Teatro Santuccio con il direttore di PollicinAcademy Michele Mezza, il filosofo Giulio Giorello e i giornalisti Michele Brambilla, autore di “L’eskimo in redazione”, e Raffaele Fiengo. Un incontro che unirà proiezioni e performance per raccontare l’impatto del 1968 sulle redazioni.
Per raccontare invece i cambiamenti più recenti della professione, l’appuntamento è alle 16.30 in sala Montanari con “Il giornalismo spiegato agli accademici: le scuole e la formazione”. Sul palco il professor Sergio Splendore, il giornalista e scrittore Pier Vittorio Buffa, il vicedirettore del Post Andrea Costa e la social media editor del Corriere della Sera Federica Seneghini. Di “Informazione ai tempi della bassa risoluzione” discuteranno invece alle 14.30 in sala Verde Csv Insubria lo scrittore Massimo Mantellini e Paola Provenzano, responsabile comunicazione del Cesvov.
Una prima giornata, quella di giovedì 8, che si aprirà alle 10 in Sala Campiotti con un tema molto attuale nel dibattito sulla comunicazione. Ovvero il ruolo degli influencer e le implicazioni deontologiche di questa nuova professione. Ospiti, tra gli altri, la giornalista e blogger Selvaggia Lucarelli.
Altro tema che ha avuto un’impatto sulla professione giornalistica è quello relativo ai dati. Se ne parlerà alle 18 in Sala Campiotti con Michele Mezza, Giulio Giorello e il giornalista Mario Tedeschini-Lalli, in un incontro dal titolo “Il giornalismo degli algoritmi è ancora bene comune?”. Bene comune lo sono certamente gli oltre 3mila dataset custoditi in formato open sui server di Lombardia Informatica. Il cui digital innovation manager Daniele Crespi sarà protagonista di un panel in programma alle 14.30 nella sala VareseVive per raccontare questa esperienza. Da non perdere, in questo senso, anche “Il caffè dell’innovazione didattica”, incontro rivolto a docenti e componenti del team digitale della Provincia di Varese in cartellone alle 16.30 in sala F.
“Turismo, giornalismo e sharing economy: quale opportunità per comunicare e informare” è il primo dei tre appuntamenti della giornata a tema economico. A confrontarsi sul tema Matteo Frigerio, country manager di AirBnb, Luca Natale, responsabile della comunicazione del Parco delle Cinque Terre, e la giornalista di viaggio Alessandra Favaro. “Il futuro del lavoro” è invece il titolo del panel che, alle 17 al Teatro Santuccio, vedrà protagonisti Luca De Biase, giornalista del Sole24Ore, e Giampaolo Coletti di wwworkers.
Terzo appuntamento a tema economico è invece dedicato a chi sceglie di vivere la professione da freelance. A confrontarsi sul tema alle 14.30 al Teatro Santuccio saranno Fabio Benati, già membro dell’Osservatorio deontologia dell’Ordine dei giornalisti, la presidentessa dell’ordine dei Consulenti del lavoro della provincia di Varese Vera Lucia Stigliano e Barbara Reverberi, fondatrice di Freelance network.
Come cambia il giornalismo dalla carta, al web, ai blog? Discuteranno del tema il direttore di Rockol.it Franco Zanetti, il direttore di Rumore Rossano Lo Mele e Paolo Madeddu, giornalista e blogger su Amargine.it. L’appuntamento è per le 16.30 nella sala VareseVive.
“Voci dal sociale ai tempi dei social: chi dice cosa in rete” è invece il tema sul quale si confronteranno a partire dalle 17 in sala Verde Csv Insubria il direttore di Vita.it Stefano Arduini, il responsabile dell’ufficio stampa Avis nazionale Filippo Cavazza e Ruben Razzante, docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano.
Da ultimo, prima del gran finale al Santuccio, alle 18 al Teatro Nuovo va in scena “E Johnny prese il fucile”. Si tratta di un audiodramma tratto dal libro di Dalton Trumbo riadattato in teatro da Sergio Ferrentino, giornalista radiofonico (ex direttore artistico di Radio Popolare ed ex Caterpillar di Radio Rai Due). Il testo racconta il dramma di un soldato americano gravemente ferito e del suo particolarissimo modo di comunicare con il mondo.

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