“La verità è che cronaca e storia non sono distinguibili come due forme di storia, che si compiano a vicenda o che siano l’una subordinata all’altra, ma come due diversi atteggiamenti individuali. La storia è la storia viva, la cronaca, la storia morta”. Questa massima di Benedetto Croce ha più di un secolo di vita ma diventa attuale oggi per gli storici e i giornalisti che lavorano sul tempo della pandemia. Il tempo è da sempre lo spartiacque tra chi lavora sulla cronaca e chi lavora sulla storia: l’immediatezza per il giornalista, la stratificazione delle fonti per lo storico. Ma dove si colloca, oggi, quello spartiacque, oggi che una moltitudine di fattori (progresso, tecnologia, consapevolezza, ecc) rendono pressoché subito disponibili dati, testimonianze, documenti verificati e verificabili, altamente attendibili? E come e in che misura gli stessi fattori hanno, allo stesso tempo, reso accessibili fonti storiche un tempo riservate solo agli studiosi?
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